RACCONTAR DANZANDO
rassegna di danza curata da Theodor Rawyler

4 gennaio 2015 ore 18:00
Teatro Remigio Paone, Formia
In abbonamento / € 8,00 - card Teatri Riuniti del Golfo € 4,00

COME UN BAMBINO ABBANDONATO NELLO SPECCHIO DELL'ARMADIO
Ideazione, coreografia e regia: Patrizia Cavola - Ivan Truol
Con: Valeria Baresi, Giorgio Iacono, Valeria Loprieno, Cristina Meloro, Sabrina Rigoni.
Musiche Originali: Epsilon Indi
Costumi: Medea Labate
Scene: Giulia Trefiletti
Luci: Danila Blasi
Produzione: Atacama

Domenica 4 Gennaio alle 18 presso il Teatro Remigio Paone un nuovo appuntamento con Raccontar Danzando, la rassegna di danza curata da Theodor Rawyler all'interno della stagione Senza Sipario promossa dal Teatro Bertolt Brecht in collaborazione con l'Ipab SS. Annunziata all'interno del circuito dei Teatri Riuniti del Golfo e del progetto Officine Culturali della Regione Lazio.
COME UN BAMBINO ABBANDONATO NELLO SPECCHIO DELL'ARMADIO
In scena Come un bambino abbandonato nello specchio dell'armadio della Compagnia Atacama di Roma per l'ideazione, regia e coreografia di Patrizia Cavola e Ivan Truol.

COME UN BAMBINO ABBANDONATO NELLO SPECCHIO DELL'ARMADIO
Il viaggio nel corpo inizia dal perdersi dentro la propria immagine riflessa. Diventare messaggero, veicolo, essere memoria, trarre emozioni e sorprese, fare scoperte, sentendosi simili, pur essendo unici e vulnerabili. Il lavoro è partito dal primo sguardo, dalla prima percezione di una sensazione o di un'emozione, dalla scoperta di come una parte di noi funziona e si fa sentire. Lo spettacolo, che vede in scena cinque danzatori, è liberamente ispirato alla Storia di un corpo di Daniel Pennac, ha debuttato nel 2014 presso il Teatro di Tor Bella Monaca di Roma ed è stato allestito presso 'La scatola dell'arte', spazio residenziale dedicato alla danza e alla formazione di Roma.

'L'ho fatto! Ho tolto il lenzuolo dall'armadio e mi sono guardato allo specchio. Ho stretto i pugni, ho preso un gran respiro, ho aperto gli occhi e MI SONO GUARDATO! Era come se mi vedessi per la prima volta. Non ero davvero io quello li dentro. Era il mio corpo, ma non ero io. Non era neppure un amico. Mi ripetevo: Sei me? Sei tu, me? Io sono te? Siamo noi? E' vero che la mia immagine riflessa mi è apparsa come un bambino abbandonato nello specchio dell'armadio. Questa sensazione è assolutamente vera. Facendo cadere il lenzuolo, sapevo benissimo chi avrei visto, ma è stata comunque una sorpresa, come se quel ragazzino fosse stato abbandonato lì ben prima della mia nascita. Sono rimasto a lungo a guardarlo.' (Daniel Pennac).


© Copyright by Associazione Culturale Collettivo Bertolt Brecht
Via delle Terme Romane snc, 04023 Formia (LT) - Tel. e fax 0771 269054 - P.IVA 01303860595